Il reprocessing degli endoscopi a garanzia di una diagnostica sicura
La trasmissione di patogeni causata da procedure di detersione e disinfezione inadeguate degli endoscopi flessibili è ampiamente documentata in letteratura e costituisce un grave rischio per i pazienti.
Gli endoscopi flessibili sono dispositivi medici estremamente sofisticati, utilizzati per numerose applicazioni diagnostiche e terapeutiche. Molte di
queste applicazioni sono complesse e richiedono l’impiego di endoscopi con configurazioni elaborate. La complessità delle configurazioni permette di raggiungere performance elevate ma, al contempo, crea notevoli sfide al momento del reprocessing, quando gli endoscopi vengono puliti e disinfettati in vista del successivo uso.
Un recente studio con osservazione diretta del processo ha dimostrato che gli endoscopi flessibili vengono riprocessati correttamente solo nell’1,4% dei casi.
Un altro studio ha analizzato gli errori commessi nel reprocessing tra gennaio 2005 e giugno 2012, scoprendo oltre 30.500 casi di persone esposte a endoscopi contaminati.
Negli ultimi anni si sono consolidate conoscenze scientifiche
sull’individuazione di modalità più appropriate per il trattamento degli endoscopi allo scopo di prevenire la trasmissione di infezioni. Tali conoscenze sono state oggetto di numerose linee guida e standard, locali e
internazionali, redatti da singole istituzioni, società scientifiche o, più recentemente, da gruppi di società scientifiche e rappresentanti dell’industria medicale che hanno espresso raccomandazioni congiunte dopo un processo sistematico di revisione della letteratura.
L’obiettivo del progetto è quello di analizzare il contesto nel quale la Regione Campania si posiziona rispetto al processo di prevenzione delle infezioni da esame diagnostico endoscopico, identificare gli interlocutori e
gli stakeholders e , attraverso un confronto strutturato, identificare le criticità associate e le proposte efficaci, appropriate e sostenibili che possano permettere l’esecuzione delle endoscopie in regime di massima
sicurezza per gli operatori e soprattutto per i pazienti.
L’obiettivo è particolarmente sensibile in un periodo critico di infezioni pandemiche come quello che stiamo attraversando. L’interesse è quello di raccogliere in un documento condiviso da tutti gli addetti ai lavori, ad ogni livello decisionale, le fasi e le modalità di gestione del processo di sanificazione uniformandone le procedure su tutto il territorio regionale. La eventuale responsabilizzazione degli operatori sulla raccolta di dati finalizzati alla elaborazione di report contestualizzati potrebbe permettere alla Regione Campania di proporsi a tavoli di livello nazionale con una propria proposta di valore utile a confermare la rinnovata capacità di innovazione propria di questa amministrazione.